Chi ha inventato lo Champagne
Dom Pierre Pérignon

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Lo Champagne ha una data di nascita: 4 agosto 1693.
La storia e la leggenda che si fondono assieme riguardo alle origini della prestigiosa bevanda sono riconducibili ad una persona in particolare, a colui che viene ritenuto il suo inventore: il monaco benedettino Dom Pierre Pérignon, che all'interno delle mura dell'abbazia di Hautvillier perfezionò una tecnica di vinificazione rivoluzionaria, il metodo "champenoise", tutt’oggi in uso.


La storia di Dom Pierre Pérignon, fra realtà e leggenda
La storia di Dom Pierre Pérignon è avvolta nell'alone affascinante della leggenda. Si racconta che fosse un uomo astemio, dotato di un palato raffinato e un'abilità senza pari nell'identificare la provenienza di ogni acino d'uva. Giunto all'abbazia d'Hautvillers intorno al 1670, con il compito di tesoriere ed economo, rianimò i terreni in abbandono e lasciò un'eredità di vigne lussureggianti.
La sua invenzione, lo Champagne, risanò le finanze dell'abbazia e diede inizio a una nuova era nel mondo del vino.

Le origini del metodo "champenoise" sono ancora oggetto di discussione. Un'ipotesi racconta di un instancabile Dom Pierre Pérignon, determinato a creare il "miglior vino del mondo" per risanare le finanze dell’abbazia: attraverso sperimentazioni e dedizione, il 4 agosto 1693, giunse finalmente a un equilibrio sublime tra sapore e frizzantezza, dando vita all'effervescente e pregiato Champagne. La leggenda narra che egli gridò ai monaci: "Venite subito, sto bevendo le stelle!"

Tuttavia, altre versioni suggeriscono che lo Champagne fu una scoperta accidentale: un errore di vinificazione avrebbe causato lo scoppio di alcune bottiglie di vino bianco, dando così l’indizio della "presa di spuma", ovvero della rifermentazione in bottiglia che dà origine alle bollicine.

perlage

Molto probabilmente, Dom Pérignon non sarà neanche stato il primo a realizzare un vino frizzante. Infatti, secondo un’altra versione i viticoltori che usavano vinificare le uve di pinot si erano resi conto che il vino invecchiava male nelle botti, per cui decisero di imbottigliarlo subito dopo la fermentazione: così conservava efficacemente gli aromi, ma aveva il “difetto” di diventare naturalmente frizzante, cosa che spesso faceva scoppiare le bottiglie.

In ogni caso, anche partendo da un errore o dal caso, le tecniche rivoluzionarie di Dom Pierre Pérignon hanno comunque permesso di perfezionare la produzione dello Champagne.
E anche se la paternità di questa “ricetta” suscita ancora ferventi dibattiti, è innegabile che a Dom Pierre Pérignon si debbano alcune innovazioni che vengono messe in pratica ancora oggi nella produzione dello Champagne, come la scelta di uve pregiate, l'attenzione alle tecniche di taglio e la pratica dell'assemblaggio di uve da diverse zone e diverse annate. Se inizialmente venivano adottate solo allo scopo di elevare la qualità del vino prodotto, oggi fanno parte di un protocollo stabile e granitico per la realizzazione di un prodotto di eccellenza.

A Dom Pérignon sono dovuti anche l’utilizzo di bottiglie più resistenti, in grado di sopportare la pressione interna senza scoppiare, l’adozione dei tappi di sughero al posto dei tappi di legno o di stoffa per garantire una chiusura ermetica e impedire l’ossidazione del vino e l’invenzione della pratica del remuage, ovvero la rotazione delle bottiglie per favorire la raccolta dei depositi sul collo e facilitarne l’eliminazione tramite il dégorgement.

Quale che sia la storia alla quale ci si vuole attenere, tutt’oggi il nome Dom Pérignon è sinonimo di eccellenza e qualità, grazie al marchio che dal 1936 produce uno champagne prestigiosissimo famoso in tutto il mondo.

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