Storia del babà
Un dolce alla conquista di Napoli

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La storia del dolce napoletano inizia nella Francia del settecento e precisamente nella Lorena, nella cittadina di Luneville. In questa cittadina risiedeva il re polacco spodestato Stanislao Leszczinski. Si racconta che il sovrano, bagnò con del Madeira una fetta di kugelhopf, un dolce di origine austriaca famoso; il motivo probabilmente era quello di renderlo più morbido.
Leszczinski era amante della buona cucina e il suo kugelhopf, da lui definito ubriaco, venne subito trasformato con la lievitazione, aggiunta di uva passa, canditi e zafferano (conosciuto dal sovrano durante la sua prigionia a Istanbul).

La storia del babà, dalla Francia all’Italia


Continuiamo la storia del babà perché la strada per arrivare a Napoli è ancora lunga. Il babà arriva a Versailles, in quanto la figlia di Stanislao, Maria, sposa il re di Francia Luigi XV e porta a corte il pasticcere del padre. Siamo agli inizi del XVIII secolo, i rum giamaicano cominciava ad essere conosciuto e spodestò il Madeira nella preparazione del babà.
Fu un grande successo che però non fece felice il vecchio Stanislao, forse perché il sapore forte del rum, gli faceva perdere le emozioni e i ricordi di un tempo che riaffioravano mangiando il babà con il Madeira. A Parigi il Babà cessò di essere un dolce romantico, insieme ai canditi e allo zafferano, per diventare come quello attuale nella forma a fungo; la forma fu inventata dallo stesso pasticcere di Maria, il signor Sthorer, che aveva aperto una pasticceria. Più tardi, nell’ottocento, sempre a Parigi nascerà la versione del Babà a ciambella, senza l’uvetta, con la presenza del burro e della marmellata di albicocche.

L’arrivo a Napoli del Babà


Nella storia del Babà si arriva a Napoli perché, Maria Antonietta, moglie del successore di Luigi XV, (Luigi XVI ghigliottinato nella rivoluzione francese) era sorella di Maria Carolina d’Austria, moglie del re di Napoli Ferdinando IV di Borbone. Quindi, arrivata a Napoli portò con sé il dolce, che diventò subito un dolce di corte. Nel 1836 nel primo manuale di cucina scritto da Vincenzo Agnoletti, compare il Babà come dolce napoletano. Anzi lo stesso Agnoletti inventò a Parma la zuppa inglese ispirandosi appunto al Babà, in quanto all’inizio prevedeva la presenza del rum. Il babà diventò il dolce della Napoli bene di fine ‘800, un dolce da passeggio, che rappresenta anche un modo di essere, legato alla dolcezza e alla raffinatezza nei modi. Prendendo un posto importante nella filosofia di vita napoletana.

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